Ha dimostrato preparazione e coraggio sui campi di battaglia. Ora non ha timore nell’esprimere opinioni controcorrente nel suo libro “I mondo al contrario”. Potrebbe associarsi ad un altro eretico, Paragone.
p Quando c’ è bisogno di combattere una guerra – anche una di quelle etichettate in maniera ipocrita come “missione di pace” – ci vogliono generali preparati e coraggiosi.
Il generale Roberto Vannacci non difetta certamente di preparazione. Ha tre lauree, due master e parla cinque lingue, ha fatto l’Accademia Militare prima di diventare incursore. È entrato nell’élite combattente del reggimento Col Moschin. Poi è diventato comandante.
Né manca di coraggio. È stato in Somalia, Costa d’Avorio, Rwanda e Yemen. A Nassiriya e in Afghanistan è stato a capo degli incursori. Infine la direzione del battaglione contro l’Isis al comando della Folgore.
Preparazione e coraggio il generale Vannacci li ha dimostrati anche fuori dai campi di battaglia, come nel 2017 quando ha presentato due esposti alla magistratura denunciando gravi omissioni nella tutela della salute delle truppe italiane in Iraq.
Non ha avuto timori nell’esprimere la sua convinzione, non ha pensato alla sua carriera. E infatti il militare più decorato del nostro esercito, a 55 anni è stato parcheggiato alla guida dell’Istituto geografico militare, lo storico ente cartografico di Firenze.
E adesso è nell’occhio del ciclone per avere espresso senza timori reverenziali le sue opinioni su questioni controverse nel suo libre “Il mondo al contrario”.
Alle critiche e alle minacce di sanzioni disciplinari del Ministro della difesa Crosetto, risponde in un’intervista rilasciata a Repubblica difendendo le sue opinioni e rifiutandosi di fare un passo indietro. Egli sostiene che la sua intenzione è quella di lottare contro il “pensiero unico” e difendere la libertà di opinione.
Non ci sta a passare per omofobo. Dice che c’è una lobby gay che guida l’informazione: «C’è qualcuno, un gruppo di pressione che opera, ma io mi posso tranquillamente definire una persona non normale. In tutto quello che ho fatto, nella mia vita e nella mia carriera militare, sono uscito dalla normalità», continua per spiegare la frase sugli omosessuali che non sono normali. E ancora: «Gli omosessuali non sono normali tanto quanto non lo sono io. Sono una persona che ha fatto scelte diverse, cose e di cui vado fiero. E sarei altrettanto fiero se fossi omosessuale».
Come non ci sta a passare per razzista perché ha combattuto in Iraq: «Il fatto di avere combattuto fianco a fianco, mano nella mano, con persone di etnia africana, mediorientale, tajiki, pasthun rivela proprio che l’accusa di razzismo è un’invenzione dei media. Senza mai tirarmi indietro ho rischiato la pelle per ideali e principi di etnie diverse, se non le vogliamo chiamare razze. Ma con questo non voglio dire che non esistono etnie, culture, civiltà diverse».
Però insiste: «Dire “ebrei di m…” non è peggio che dire “cristiani di m…Ho capito, c’è stata la Shoah, va bene. Ma questo non configura la religione ebraica come protetta».
Ma non si limita a difendersi, attacca: «Se metterò a rischio la carriera lo avrò fatto per una giusta causa: la lotta al pensiero unico».
Dopo tutta questa polemica, ora sicuramente i suo libro passerà dal terzo al primo posto nelle classifiche. A lui toccherà la sorte di tutti coloro che esprimono opinioni controcorrente? Sicuramente ciò che mai e poi mai gli verrà perdonato è l’essersi schierato contro la legge Mancino.
C’è chi pensa che lo sbocco naturale potrebbe essere il la discesa nel campo politico del generale. Ma dove? Con chi? Lo si direbbe compatibile alla destra. Ma, dopo le dure reprimende di Crosetto, pare preclusa la destra di governo sempre pronta a scusarsi immediatamente quando le scappa qualche opinione non omologata al mainstream.
In verità ci sarebbe un altro “eretico” che potrebbe accoglierlo: Gianluigi Paragone. Vedremo.